venerdì 27 giugno 2014

VIAGGIO ALLA SCOPERTA DEI VIGNETI FRANCESI



VIAGGIO ALLA SCOPERTA DEI VIGNETI FRANCESI

Io, così abituata a pianificare ogni itinerario, creando i presupposti per approfittare di ogni singolo momento e di ogni bellezza, mi sono ritrovata ad affrontare questo viaggio in una modalità diversa. Una sensazione nuova e di totale libertà.
In primis, niente hotel, ma solo campeggio. E poi una conoscenza generale delle zone che avremmo visitato, senza approfondimenti o programmi. Così, ecco finalmente arrivato il venerdì pomeriggio. Auto pronta e una strada da percorrere con l’obiettivo di proseguire il più possibile e raggiungere almeno Nizza, facilitando il lavoro il giorno dopo.
E così è stato. Arrivati a Villeneuve Loubet, l’aria di mare ha subito acceso i nostri animi e la passione per la scoperta.
Il giorno successivo sveglia presto per avviarci verso Saintes-Maries-de-la-Mer. E per me è stato un vero salto nel passato. Luogo speciale che ha fatto da palcoscenico alla mia infanzia e buona parte della mia adolescenza.
Il Camping de la Brise si è mostrato da subito per la sua grandezza. Comodo per la piscina e la vicinanza sia alla spiaggia sia al centro città. Una passeggiata tra le vie strette di Saintes-Maries-de-la-Mer ha permesso ai ricordi di riaffiorare. Il profumo del pesce e quello degli stivali di pelle. Gli zingari pronti a leggerti la mano e la gente spensierata che si gode il sole caldo. Momenti unici, che andavano condivisi solamente con una persona speciale.
La domenica abbiamo invece seguito la strada verso il paesino che più di tutti ha stuzzicato la nostra curiosità. Il motivo? Una grande passione per i vini. Una passione per il mio compagno di viaggio, che negli ultimi anni ha tramandato a me. Lo scopo primario della spedizione in Francia era, infatti, la degustazione di vini e vedere con occhi propri la regione che ospita i vigneti tra i più famosi al mondo. Châteauneuf du Pape.
La prima fermata però è stata puramente casuale, infatti a Graveson un accampamento medievale ha fermato la nostra corsa. È bastato uno sguardo rapido e complice, inversione a U ed eccoci a posteggiare. Ad aprire le porte di questo mondo lontano e bizzarro, una gradevole musica prodotta da un’arpa, da un flauto dolce e da una lira. Abiti lunghi e colorati, copricapi eccentrici e profumo di carne di maiale alla brace. Un’energia diversa, dovuta all'eccitazione del combattimento a corpo a corpo tra due cavalieri coperti da scintillanti armature e provvisti di spade affilate. Un’aggressività addolcita dalle ragazze in abiti colorati, coperte con collane di fiori.
Dopo questo tuffo in un passato molto lontano, il nostro viaggio è ripartito, sino al primo stop per degustazione. Una scelta avvenuta per caso, che si è abbattuta su Clos Saint-Michel. Una villetta persa tra i filari di vino e le pietre chiare. La gentilezza, professionalità e soprattutto competenza hanno lanciato il nostro tour nella giusta direzione e soprattutto nel trovare tanto entusiasmo il contagio è stato immediato. Da lì in avanti il nostro spirito pieno di curiosità ha ricevuto molti regali.




Poco più in la, la seconda scelta è stata dettata, forse banalmente, dalla bellezza del luogo. 
 

Dal castello sito in collina, tra imponenti alberi e vigneti infiniti. Domaines Mousset.



La notte l’abbiamo passata proprio in questo paesino che, sistemata la tenda al campeggio Art de Vivere, abbiamo visitato. Passeggiando tra stradine inabitate e scalinate. La sorpresa più grande è stata lo scoprire che il castello di Châteauneuf-du-Pape, sono solamente rovine. Due pareti sono sopravvissute, forse per lasciarne un’aria intrigante. Ma la vista tutt'attorno è valsa la pena della scalata. Colline colorate a perdita d’occhio. Tetti sparsi ovunque e una sensazione di pace inspiegabile. La magia di una Francia restata un po’nel passato, silenziosa e tutta da scoprire.



Così terminata la visita a Châteauneuf-du-Pape, e senza un piano reale in mano, ci siamo trovati a curiosare in Google e le offerte nella zona. “campi di lavanda” è stata la chiave di ricerca. Abbiamo scoperto che ad attenderci c’era un paesino chiamato Mormoiron, situato in una cornice attraente e anche un po' romantica.

Sulla strada per raggiungere campi viola ed infiniti, abbiamo trovato un'altra casa produttrice di vino. Château Pesquié. Che oltre alla parte puramente di degustazione, offre una passeggiata tra i vigneti, alla scoperta delle varie tipologie d'uva. Uno stop decisamente obbligatorio.
Sempre seguendo il tragitto verso Mormoiron, abbiamo visitato quella che si è poi dimostrata la più commerciale delle case vinicole. Infatti Vigneron de Caracter é una cooperativa formata da ben 80 famiglie produttrici di vino. Questo ha subito smorzato il nostro entusiasmo, noi che fino a quel momento avevamo prediletto produttori locali più piccoli. Ad ogni modo è stata anche questa una bella esperienza.  

Giunti finalmente a Mormoiron, ci siamo accampati al campeggio Les Truffières. Luogo molto tranquillo, circondato da campi di lavanda e vigneti. Provare a spiegare la bellezza del luogo è difficile, una strana atmosfera aleggia sulla campagna, creando giochi di luci, colori e profumi. In particolare, mi é rimasto un ricordo vivido nella mia mente. Alle otto di sera, al calar del sole. Foglie di vite, scintillanti e fresche, danzavano seguendo il piacevole vento. È stata una vacanza fatta di sensazioni create dagli aromi provenzali e dalla tranquillità del luogo. 




 


La mattina successiva, con i ricordi dei momenti vissuti in questo stupendo paesino, ci siamo diretti verso il fiume Ardèche. In realtà stavamo cercando l'avventura. Avventure un po' pazze, da svolgere direttamente nelle Gorge de l'Ardèche. Rafting l'opzione più papabile, ma siamo finiti a noleggiare un Kayak per due ed affrontare una tranquilla discesa. Non sono ovviamente mancati gli scenari spettacolari offerti dalla natura. Il divertimento è assicurato. L'organizzazione è stata piuttosto semplice, infatti tramite il Camping du Tunnels-Pont d'Arc,  dove abbiamo anche soggiornato, ci hanno offerto l'opzione soggiorno in tenda + discesa in kayak a EUR 28 a testa. L'offerta dei vari pacchetti è varia e merita davvero uno stop se siete di passaggio.
Nella zona, mi ha colpito particolarmente La Grotta di Saint Marcel, una vera e propria discesa nelle viscere della terra, dove le rocce prendono vita grazie ai giochi di luce e acqua.

È con questo ultimo stop, che la prima metà della vacanza è terminata. Abbiamo così affrontato un lungo tragitto sino a Vallon-en-Sully, dove abbiamo potuto campeggiare in un parco pubblico per 9 EUR.
Sveglia prestissimo la mattina successiva, dopo aver trascorso una notte piuttosto difficile dovuta al freddo.
Destinazione, be' non servono parole. 

I castelli della Loira, e Château de Chenonceau è stato il prescelto. Particolare per l'affascinante ed intricata storia. E il suo labirinto accanto ai giardini geometrici e colorati. Uno spettacolo antico e che mi ha fatto tornare un po' bambina.

E poi di nuovo via, in strada, in perfetto stile road trip. In perfetto stile: assaporiamo quel che c'è da vedere.
Dijon è la famosa cittadina che abbiamo raggiunto, e il Camping du Lac Kir ha ospitato la nostra tenda.
La città ci ha sicuramente affascinati, sia per l'energia attiva sia per le particolari case antiche. Ed ecco un piccolo consiglio per chi capiterà a Dijon e vorrà passare qualche ora di tranquillità, assaggiando vino e ordinando tapas. Dr Wine.


E si è quindi fatto giovedì. Pochi giorni ci separavano dalla fine del nostro viaggio. Così, ascoltando le parole di un sommelier conosciuto a Châteauneuf-du-Pape, abbiamo destinato un giorno a Chambery. Sempre più vicino alla frontiera svizzera. Potevamo contare le ore che ci separavano dalla fine del giro, eppure questa piccola città ci ha ancora regalato piacevoli visioni. Come il centro storico, che seppur antico è ben conservato. Camminando tra i viali e le residenze private, abbiamo anche avuto il piacere di vedere il Castello di Chambéry. 



È stato sicuramente un breve soggiorno che mi ha fatto sentire un po' a casa e un po' anche in Italia, con la storia della Casa Savoia in primissimo piano.
Il vino che tanto cercavamo l'abbiamo trovato, e ci ha deliziato durante una cena tradizionale al ristorante Sporting .

Questo viaggio ci ha fatto percorrere 3000 Km di strade, prevalentemente francesi. Lo scorrere dei paesaggi dal finestrino mi ha a tratti rattristato, per il semplice fatto che avrei tanto voluto fermarmi e vivere qualche momento di più a contatto con la natura fresca e e piena di vita. Ma quel che conta per davvero è stata la compagnia di una persona che ha la passione per il vino dritto dentro al cuore. Una passione che timidamente ha invaso anche me. Nulla mi regala più emozioni del vedere l'emozione stessa nei suoi occhi. E solo dopo questo viaggio posso dirmi pienamente cosciente di quel che il mondo dei vini ha da offrire.